Ogni winelover, anche se non addetto ai lavori, ha partecipato o assistito ad una discussione sulle metodologie produttive del vino almeno una volta nella sua “carriera di bevitore”.

Vini “naturali”, biologici, da agricoltura biodinamica sono argomenti che accendono gli animi di chi nel calice di vino ci mette il cuore. La questione è davvero delicata, poiché tocca molti aspetti alcuni dei quali ideologici oserei dire filosofici e la linea di demarcazione non è sempre facile da vedere o da intendere. Cerchiamo di fare chiarezza su alcuni punti cruciali, in modo da fornirvi gli elementi per fare luce sulla “querelle”.

Per analizzare le differenze tra le varie tipologie produttive vanno chiariti due punti fondamentali. Innanzitutto dire “vino naturale” è un OSSIMORO! Questo perché il vino non è un prodotto della natura, ma è un prodotto antropico, cioè è fatto dall’uomo! Di conseguenza è chiaro che l’accento va posto sulla modalità produttiva, quindi sarà giusto parlare di vini convenzionali e non convenzionali.

Conosciamo tutti i vini convenzionali, cioè quei vini prodotti nel rispetto delle leggi alimentari europee (sia per la coltivazione della vite che per la produzione in cantina) e che non vantano nessuna metodologia alternativa. Per produzioni alternative intendiamo la produzione biologica, la biodinamica, e la“non convenzionale/naturale”.

I vini biologici sono gli unici ad essere regolamentati da una legge Europea (Regolamento UE 203 del 2012), in cui si specificano le sostanze autorizzate in vigna ed in cantina, le aziende vinicole che producono vino biologico sono certificate da un ente privato predisposto. È giusto sapere che in vigna sono autorizzati solo l’uso di zolfo e rame (sono vietati i prodotti di sintesi), mentre in cantina è ridotto sull’uso dei solfiti. Tutte le altre pratiche (che sono davvero tante) sono legalmente autorizzate.

I vini da agricoltura biodinamica sono invece quei vini che seguono le tecniche agricole diffuse dalla filosofia di Rudolf Steiner che considera il sito agricolo come organismo vivente autosufficiente in armonia con le forze cosmiche. Non esiste nessun obbligo normativo per la coltivazione, ed anche in questo caso l’ente certificatore è privato nonché unico (DEMETER). In cantina non vi sono prescrizioni particolari per la vinificazione.

Siamo finalmente arrivati ai vini non convenzionali. Non esiste una normativa che definisce questi vini, ma sicuramente esistono regole etiche che tutti i produttori di vini “naturali” adottano: è vietato l’uso di qualsiasi tipo di prodotto sia in vigna che in cantina (solo piccole quantità di SO2); non esiste nessun ente certificatore, ma solo associazioni che si basano sulle autocertificazioni dei vignaioli che lavorano nel rispetto della natura, del territorio, delle tecniche di vinificazione naturali. La salute, la biodiversità del vigneto e l’unicità del prodotto sono i diktat di questi produttori, la loro parola d’ordine è artigianalità. Va sottolineato che spesso la categoria dei “naturali/non convenzionali” gode di una cattiva reputazione! È vero! In passato (purtroppo ancora oggi) si è spacciato un difetto del vino per una caratteristica di naturalezza! Bisogna imparare a differenziare i difetti dalle caratteristiche dell’artigianalità e del terroir; bisogna distinguere un vino dalle note olfattive caratteristiche (che non ha subito gli innumerevoli trattamenti i chimici in cantina) da un vino che si trasformato in aceto!

Per completare queste note introduttive è arrivato il momento di presentarvi  2 vini “non convenzionali” che appartengono entrambi al catalogo TripleA (catalogo che raccoglie i produttori Agricoltori Artigiani Artisti di tutto il mondo).

 

Vin d’Alsace

Saveurs de Julien 2015   vol.13,5

Les vins Pirouettes

Vitigno : Auxerrois 35%, Sylvaner 65%

La vigna è coltivata senza prodotti di sintesi, la vinificazione avviene senza aggiunta di lieviti, riposa 21 mesi sur lie e riceve solo una leggera filtrazione al momento dell’imbottigliamento

Colore: giallo paglierino intenso (sorprendente considerato l’anno della vendemmia)

Naso: presenta una leggera acidità volatile (caratteristica dei vini non convenzionalli) che svanisce presto per lasciare spazio a note erbacee ed agrumate. Grazie al territorio argillo-calcareo la componente di idrocarburi imprime il suo marchio di fabbrica.

Gusto: Sapidità e freschezza perfettamente equilibrate con la componente minerale.

Vino secco che si apre con note di pompelmo rosa ed erbe aromatiche. La persistenza e l’intensità del gusto lo rendono perfetto in abbinamento con pietanze ricche ed aromatiche.

Un vino che non delude le aspettative, la sua eleganza è la nota più sorprendente se si considera che è un vino “non convenzionale”. L’evoluzione nel bicchiere e l’innalzamento della temperatura di servizio hanno portato nel finale una nota di affumicatura molto piacevole.

 

Tres Uves   

Barranco Oscuro 2014   vol. 13

Vitigno : Vermentino, Viognier, Vigiriega

Vino prodotto in Andalusia; le vigne vengono coltivate a 1300m in biodinamica., la vendemmia è fatta a mano e la vinificazione delle tre uve avviene separatamente per il primo anno in botti di legno, per passare ad un affinamento dopo l’assemblaggio di un anno in acciaio. Non è aggiunta anidride solforosa.

Colore: giallo dorato

Naso: una esplosione di sentori invade l’olfatto fino a confonderlo. La prima percezione che arriva prepotente è la terra, l’humus. Poi la mela, il peperone, il cuoio bagnato, le spezie (zenzero e curry), l’erbaceo.

Gusto: una piacevole nota di freschezza prepara il palato ad accogliere tutti i sentori che si sono avuti al naso, arricchendosi e diventando sempre più intenso. La sua persistenza è lunghissima ed offre talmente tanto che toglie la parola.

Il vino del silenzio: questa è la definizione migliore! Poiché davanti un calice di questo vino si ha voglia di chiudere gli occhi ed in religioso silenzio scoprire e riconoscere tutte le sensazione gusto-olfattive che può regalarci.

Un bianco, ma con il corpo e la struttura di un rosso, un vino che si può abbinare a qualsiasi pietanza purché questa sia di grande struttura. Penso ad una paella (per restare in zona).

La ripresa delle normali attività ci permette, nel rispetto delle norme di sicurezza codiv-19, di riprendere gli incontri di degustazione. Non esitare a contattarci per immergerti in un mare di sensazioni con la guida di sommelier esperti.