Da quasi un anno la scansione dei nostri ritmi quotidiani ha subito dei cambiamenti. Chi più, chi meno si ritrova ad avere più tempo “libero”. In questo mese di gennaio, ricco di aspettative e buoni propositi per il nuovo anno, ma anche già stanco dell’inverno che ancora ci aspetta, sono aumentati i momenti in cui ci ritroviamo in casa, in poltrona, magari davanti un camino, ed allora perché non prendere un calice per permettere ai nostri pensieri di liberarsi! Già Socrate e Platone ne esaltavano il potere meditativo. Platone ha intitolato la sua opera Simposio (Sun-posion: etimologicamente ‘bere insieme’) e citiamo: “E non avevamo anche detto che in tali circostanze le anime dei bevitori fondono come il ferro e perciò si fanno più malleabili … alla riflessione…” (Platone, Leggi, 671 B-C).

Ecco perché ci sembra arrivato il momento di raccontarvi qualche “vino da meditazione”. Questo termine fu usato per la prima volta da Luigi Veronelli negli anni ’70  per indicare i vini che per la loro struttura e complessità sono “solisti”, cioè danno il meglio di sé bevuti da soli.

Stiamo parlando quindi di vini dolci, da fine pasto, ma anche dei grandi vini lungamente invecchiati, di vini a maturazione filmogena, di ice wine, di vini liquorosi di lungo affinamento, vini che non hanno bisogno di abbinamenti, vini che esprimono la loro essenza nell’attento ascolto delle loro note.

Ognuno può trovare la sua di interpretazione, resta il fatto oggettivo che questi vini hanno molto da raccontare, tanto quanto il tempo delle uve lasciate a passire o le maturazioni lunghe sui graticci, il modo giusto per degustarli è in totale relax, magari dopo cena con un po’ di musica di sottofondo, siete pronti? Ricordate avrete bisogno di Tempo…

Tempo per dedicarsi ai propri pensieri, o per non pensare affatto.

Tempo per rilassarsi, lasciando il mondo e le preoccupazioni fuori dalla porta.

Tempo per volersi bene, con una piccola coccola.

 

Non potendo raccontarvi nel dettaglio tutti i vini che potrebbero ispirarci profonde meditazioni ne abbiamo selezionati 2, uno proveniente dalla Francia l’altro proveniente dal ghiaccio.

Il Vin Jaune è un vino bianco secco specifico dello Jura, ottenuto da un unico vitigno il Savagnin, invecchiato sotto un velo di lieviti (FLOR). Al termine del periodo di affinamento che dura 6 anni e 3 mesi, il vin jaune viene imbottigliato in una bottiglia appositamente sagomata, della capacità di 62 cl, riservata esclusivamente ai vin jaune denominata: “Clavelin”. La capacità di 62 cl corrisponde al volume di vino rimanente dopo 6 anni di invecchiamento di 1 litro di vino in botti senza rabbocco.

Giallo dorato e con un particolarissimo profumo di ” goût de jaune ” (il sapore di giallo). Il ” goût de jaune ” è una combinazione di note aromatiche di frutta secca, mela, frutta candita e spezie. È un vino molto ricco, molto potente con una lunga persistenza in bocca, lo si ritiene il vino con la PAI più lunga in assoluto. Si tratta di vini con un potenziale di invecchiamento molto lungo (oltre 100 anni).

Il Vin de Glace / Eiswein / Ice Wine è una sorta di prodigio della natura. Intensamente dolce, con aromi esplosivi e sapori di frutta, è un prodotto raro perché di non facile realizzazione.

Viene prodotto principalmente in Canada, dove prende il nome di Ice Wine, in Germania e Austria, dove è conosciuto con il termine Eiswein: questi sono paesi e regioni dove le temperature sono sufficientemente fredde perché le uve si congelino rapidamente. La temperatura ideale: tra -7 ° C e -10 ° C. La raccolta dell’uva congelata è fatta a mano: i grappoli devono essere integri al momento della pressatura, il ghiaccio non deve sciogliersi … Spesso è quindi necessario vendemmiare di notte, quando le temperature sono le più basse.

Bianco o rosso, è un vino che si distingue per l’elevato contenuto zuccherino. La seconda caratteristica è il sapore intensamente fruttato dove spiccano gli aromi primari dell’uva, con tavolozze aromatiche che vanno dalla frutta fresca (mela, agrumi, albicocca, uva, pesca, ananas …) alla frutta secca e alle confetture di frutta (uva passa, albicocche secche, caramello, fico.). Gli aromi poi dipendono ovviamente dal vitigno utilizzato (Vidal/Canada, Riesling/Germania, Grüner Veltliner/Austria). La terza caratteristica è l’acidità, il lato rinfrescante e piccante dei vini ghiacciati. Questa acidità proviene dall’uva allo stesso modo dello zucchero: quando l’uva perde la sua acqua per congelamento, la concentrazione di zucchero e acidi aumenta proporzionalmente.

Con l’augurio di aver stuzzicato la vostra fantasia, vi diamo appuntamento al prossimo articolo lasciandovi piacevolmente assorti in medi(degus)tazione.