Nel mondo del vino, il rosato si distingue per la sua eleganza e versatilità. Questo nettare, che danza tra le tonalità del rosso e del bianco, nasconde dietro la sua delicata cromia una varietà di metodi produttivi che ne definiscono il carattere e il gusto. Scopriamo insieme i segreti dietro la creazione di questo affascinante vino.

Macerazione Limitata: Il metodo più diffuso, dove le uve rosse vengono pigiate e lasciate a macerare con le bucce per un breve periodo. È un gioco di tempo: poche ore per un rosato tenue, qualche giorno per un sapore più deciso.

Pressatura Diretta: Qui, le uve rosse vengono pressate immediatamente, e il contatto con le bucce è fugace. Il risultato? Un rosato dal colore pallido e dai sapori sottili, quasi un accenno di frutta e fiori.

Metodo Saignée: Una tecnica nobile, che prevede il “sangue” di una parte del mosto dalle vasche di vinificazione del rosso. Il liquido sottratto inizia la sua avventura solitaria, evolvendosi in un rosato ricco e strutturato.

Blending: Un matrimonio tra vini bianchi e rossi già fermentati. È un metodo meno ortodosso, spesso guardato con sospetto nelle terre di denominazione protetta, ma che può riservare piacevoli sorprese.

Ogni metodo è un capitolo di un racconto che si conclude nel calice, dove il rosato si presenta in tutta la sua complessità. È un invito a esplorare, a sperimentare, a lasciarsi sedurre da un vino che non smette mai di stupire.

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A presto